Sappiamo quanto sia importante sentire bene per vivere bene. È grazie all’udito che possiamo partecipare in modo completo a tutto ciò che accade intorno a noi e condividere le emozioni più belle con la famiglia e gli amici. Il modo migliore per mantenerlo sempre in salute è adottare uno stile di vita sano e valutarne periodicamente le capacità, affidandosi a dei professionisti qualificati.

 

Come funziona l’apparato uditivo

L’apparato uditivo è composto da tre parti: l’orecchio esterno, medio e interno.

 

L’orecchio esterno comprende il padiglione auricolare, la parte più visibile, e il condotto uditivo esterno.
Il primo, grazie alla sua conformazione, è in grado di captare i suoni per poi convogliarli nel condotto uditivo.
I suoni, in seguito, attraverso la membrana del timpano, sono trasmessi alla seconda parte dell’apparato uditivo, l’orecchio medio.

L’orecchio medio è composto dalla membrana timpanica e dalla catena dei tre ossicini: martello, incudine e staffa. Gli ossicini amplificano i suoni in arrivo e li trasmettono all’orecchio interno.

Nell’orecchio interno, infine, le onde sonore, attraverso il movimento delle ciglia delle cellule cocleari, vengono
definitivamente convertite in segnali bioelettrici che, attraverso il nervo acustico, giungono al cervello, dove nasce la percezione uditiva vera e propria.

 

Ipoacusia: affrontare al meglio il calo uditivo

L’ipoacusia è una diminuzione della capacità uditiva conseguente a un danno di una o più parti del sistema uditivo. Ad esclusione dei casi di sordità improvvisa o traumatica, la perdita uditiva è un processo lento e progressivo. Tra i sintomi che si riscontrano in chi avverte un calo dell’udito, uno dei più comuni è la difficoltà di percepire con chiarezza i suoni in ambienti e situazioni particolari, come:
• conversazioni in contesti affollati e rumorosi (es. supermercato)
• dialoghi articolati sottovoce o in ambienti riverberanti (es. chiesa)
• conversazioni al telefono
• ascolto di fonti sonore come televisione o radio.

L’ipoacusia, che spesso è legata all’avanzamento dell’età, può essere aggravata da:
• l’esposizione al rumore, che sia esso di breve durata ma intenso (es. scoppio di petardo, spari ecc.) o costante nel tempo (es. ambiente di lavoro, ascolto di musica ad alto volume);
• una predisposizione genetica (es. otosclerosi)
• infezioni virali e/o batteriche che interessano l’orecchio (es. otiti)
• l’abuso di alcol e fumo
• l’abuso di farmaci ototossici, in particolare gli antibiotici e i diuretici

L’ipoacusia si può identificare con un semplice esame audiometrico, non invasivo, della durata di pochi minuti, e controllare con visite periodiche. Il primo passo per affrontare al meglio il calo uditivo è riconoscere serenamente la difficoltà nel percepire i suoni. Confrontarsi con una persona cara e prenotare un controllo non può che aprire la strada a una qualità della vita migliore.
La valutazione della capacità uditiva effettuata dall’audioprotesista, stabilirà l’entità dell’ipoacusia. Gli specialisti ascoltando le richieste personali, sapranno indicare il miglior apparecchio acustico che soddisfa appieno le esigenze di ascolto di ciascun individuo e sapranno consigliare il più adatto, proponendo l’apparecchio acustico che, per funzionalità ed estetica, si addice di più a ciascun individuo.

Esame Audiometrico Tonale

L’esame audiometrico è un semplice test della durata di pochi minuti. Impariamo ad interpretarlo. Lo scopo dell’esame audiometrico tonale è quello di stabilire, nel modo più preciso possibile, la soglia uditiva e cioè la minima intensità sonora che una persona riesce a percepire.
Con l’ausilio di una cuffia ben posizionata su entrambe le orecchie, lo specialista, invia dei suoni (toni puri), a diverse frequenze e intensità prima in un orecchio e poi nell’altro.
Anche se il campo di estensione delle frequenze che possiamo udire è molto più ampio, i toni inviati nell’audiometria tonale testano alcune frequenze comprese tra 125 Hz (basse frequenze) e 8000 Hz (alte frequenze) perché di maggiore riscontro e utilità nella vita quotidiana.
La persona interessata, appena avverte la minima intensità sonora, dovrà alzare la mano o schiacciare un pulsante. In presenza di un deficit, l’esame deve essere completato dall’audiometria per via ossea che permetterà di stabilire se il problema è da ricondurre al sistema di trasmissione del suono (orecchio esterno e medio), al sistema sensoriale (coclea e vie acustiche centrali) o ad entrambi.

Il confronto tra la soglia per via aerea e per via ossea stabilisce i diversi tipi di perdita uditiva:
Ipoacusia trasmissiva: soltanto la via aerea mostra una perdita uditiva
Ipoacusia neurosensoriale: vi è un deficit sia della via aerea sia della via ossea.
Nell’audiogramma, le due curve sono sovrapposte.
Ipoacusia mista: vi è una caduta sia della via aerea che della via ossea, ma le curve rimangono comunque distanziate tra loro.

A cura del Dr. Dario Badalucco

 

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